A Maria
Avrai il
nome di Mia madre, ma anche i suoi occhi;
gli stessi
che vegliavano su di me in quelle notti
dove mi raccontava le favole, dove
vengono compiuti come in un rituale quei gesti con la grazia delle cose che hanno
senso: rimboccare le
coperte e assicurarsi che siano ben sotto il materasso, i baci sulla fronte dati piano per non svegliarmi, ma l'amore si sa quando è immenso si percepisce subito e ti sveglia, la porta chiusa a metà per fare entrare un po' di di luce.
Quando
leggerai le favole ai tuoi bambini, so che citerai le stesse che ti raccontavo
io, e saranno felici nell’essere illuminati dalla bellezza e dignità della tua
luce, spiragli di riparo dalle tempeste.
Il nome di
mia Madre voglio darti, e farò poi madre
te, per non pensare agli anni della vita, che da te mi hanno separato.
La parola
sarà il nostro congedo, nelle telefonate delle tue pause pranzo o nelle sere
quando fai il dolce e non ti ricordi quale ingrediente va per primo, quelle parole di conforto quando ti sentirai sola ma sai che sola non sarai finché ti risponderò su skype.
La parola mamma che
posa due volte sulle labbra, è il sigillo del nostro amore, eterno.
A Diana
Già ti vedo cacciatrice, nel nome porti una divinità, e ti muovi tra i boschi e
come gli alberi hanno le radici attacchi i piedi alla vita.
Mi farai stare in pensiero la sera, mentre
aspetto un tuo messaggio, una tua risposta alla chiamata.
La mattina
presto ti preparerò l’arco, sperando tu non faccia troppe vittime, mentre mangi
bevi e dormi.
Mi vivrai ovunque, nella testa, nelle braccia nella pancia, penserò
di non averti mai lasciato andare, e tu poi un giorno incontrerai un ragazzo ed amerai,
ospiterai chi ti è solo capitato, anche se avrai a lungo cacciato.
Io
sarò quel tuo rifugio dove tornerai, la domenica ogni tanto, per ricordarti la banale
bellezza dei piccoli gesti di amore disinteressato e forse scoprirai che poi io non ero così
male, ed il nostro congedo sarà un lungo abbraccio, ed il mio odore che per
tutto il resto del giorno addosso porterai.
A Rosa
Che
forse non sarai, ma diverrai perché ti ho tanto immaginato; ecco, già vedo i tuoi
capelli, che somigliano a dei boccioli del fiore che porta il tuo stesso nome, io associo ogni colore dei tuoi petali
ad ogni mio sentimento.
Riderai sempre a chi attende da
te una risposta e le cercherai sempre da me, ad ogni mio sguardo.
Ti dono il corpo che sembrerà uno stelo e tutte le mie spine, per proteggerti meglio, però so che tu saprai risolverti.
Ti lascerò poi andare, con una carezza, un gesto tra i più banali tra una madre e una figlia, perché si sa, basta a se stessa.
Ti dono il corpo che sembrerà uno stelo e tutte le mie spine, per proteggerti meglio, però so che tu saprai risolverti.
Ti lascerò poi andare, con una carezza, un gesto tra i più banali tra una madre e una figlia, perché si sa, basta a se stessa.
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