venerdì 28 febbraio 2014

Ti chiamo tra cinque minuti

Ieri io e il mio migliore amico ci siamo lasciati e volevo fare qualcosa che mi tenesse occupata.
Sono andata ad una mostra per due ore,  a pochi passi da casa mia in via del corso,  le mostre erano la sua passione, è un po' come quando ti muore un gatto e decidi di andare ad un funerale per sentirti meglio, lo so, ma l'ho fatto.

Di solito io e lui scappavamo sempre da qualche parte, i nostri viaggi per il mondo si sforzavano sempre di trovare ricambiato il mio amore per la natura e il suo per le opere d'arte.
Io cercavo animali strani, saline, foreste pluviali, deserti: e lo prendevo per mano.
Lui cercava musei, cattedrali, capolavori, e mi prendeva per mano.
Se la nostra, come ogni giorno minaccia di fare, si rivelerà una fine e non solo una crisi, chi lo porterà per i boschi?
chi mi porterà per musei?
Chi si occuperà di tutte quelle parti di noi che undici anni fa è stato l'altro a inventare , che per undici anni è stato l'altro a tenere in vita?
Me lo sto domandando da 24 ore.
Mentre prendo un'audioguida, studio il catalogo, cose che fanno le persone che non sono io, tutte le persone non avevano la fortuna di stare con lui.
Più preciso di qualsiasi audioguida.
Modigliani dipingeva gli occhi soltanto dopo avere conosciuto l'anima.
Il suo migliore amico era un alcolizzato che puzzava, che non aveva niente, ma dipingeva anche lui e mi interessavo a vedere il volto scavato e smunto di questo tizio che era anche lui ebreo, e forse era la religione o l'alcool a renderli entrambi due amici, cosa importa.

Allora pensai un po' a cosa mi aveva legato così tanto al mio amico che mi aveva da poco lasciato.
Riflettevo sui motivi, ma mi sembrò un po' assurdo perché a chiunque sembrerebbe che stia parlando  di una relazione però allo stesso tempo è molto più triste perché non è del mio fidanzato che sto parlando, ma di un amico, e non un amico così ma quello migliore da ben undici anni, quasi dodici.

Ancora L'audio guida parlava dei suoi amici al quale era legato da un rapporto morboso e fraterno allo stesso tempo.
Mi strappai l'auricolare , e mi piazzai vicino ad un quadro, il più bello senza sentire l'audioguida, il quadro che ha dipinto del suo amico alcolizzato come lui.

Credo che quando conosciamo una persona troppo bene la sua immagine viene distorta, non riusciamo più a vederlo in modo obiettivo ci lasciamo influenzare da qualcosa di indecifrabile che forse è l'affetto e la comprensione, se ad un suo gesto cattivo rispondiamo " ma no lui è così" se ad un suo difetto fisico rispondiamo: "Ma è ciò che lo rende davvero particolare." la nostra immagine che abbiamo dell'amico è distorta.
Ci eravamo distorti a vicenda senza accorgercene?

La mia si è un po' distorta con il tempo, e non ho potuto più "dipingerlo"così com'era.

Passarono alcuni minuti, due, tre non so più quanti ne passarono.
All'improvviso capì e adesso so:
Non sono le serate, i viaggi con lui, non sono i deserti, le cattedrali, le spiagge con V. che mi mancano, non sono i fatti salienti le contraddizioni, le opere d'arte.

La cosa che mi manca è la nostra vita sempre uguale.

Bellissima e implacabile, dopo, passato un po' di tempo mi decisi a tornare a casa, fu una tortura tenermi per me i commenti cattivi delle persone in sala, o sulle collezioni discutibili di alcuni negozi, commenti che di solito facevo con lui. Chiusa la porta so che non arriverà per un po' un messaggio: "Ti chiamo dopo, tra cinque minuti." e poi squillava dopo due ore, però squillava sempre.