domenica 21 ottobre 2012

Il giorno in cui imparai ad andare in bicicletta

Io e mio padre parlavamo molto poco,forse dialogavamo con i luoghi.
Vuol dire che quando era domenica,per dimostrarmi che mi voleva bene d'estate mi portava a mare.
Nei weekend invernali quando c'era un po' di neve mi portava a sciare.
Quando non si poteva fare niente,mi stava vicino e faceva finta di interessarsi ai miei compiti oppure mi aiutava in matematica,anche se non è che mi aiutava più di tanto a lui faceva piacere pensare che era utile.
Il giorno in cui imparai ad andare senza rotelle avevo 4 anni, ma avevo una paura fottuta di cadere,non riuscivo bene ancora a coordinare i movimenti,mi sembrava di sbandare ogni cinque metri.
"Se tu non sali su quella bicicletta,non sei mia figlia."
Così mi convinceva ogni volta ed io prendevo coraggio,perché volevo essere sua figlia.
I rapporti con il tempo non si sono mantenuti così saldi, io e lui litighiamo spesso quando sono a casa,perché dice che sono arrogante,sfaticata e non sono matura.
Lui non mi domanda mai niente,non domanda niente neanche a mia madre,sa solo che ci sono e basta,forse gli basta davvero solo questo.
Non ha avuto la stessa premura che ha avuto quando ero piccola.
Dice cose che non sono veramente così e crede di avere ragione, un po' come quando mi spiegava la matematica quando andavo al liceo.
Però ogni tanto un giro in moto insieme ce lo andiamo a fare.
Nei momenti di panico,quando mi sento veramente male e penso che non ce la potrò mai fare per quanto io mi impegni, io ripenso al giorno in cui mi insegnò ad andare in bicicletta senza rotelle,perché forse in quel giorno mi ha insegnato ad andare in bicicletta come nella vita. Mi guardò negli occhi e mi disse:
"Vai da sola Giulia,non aver paura,se succede qualcosa io sono qui dietro."
Grazie.

giovedì 18 ottobre 2012

Se vuoi ti faccio vedere la mia collezione di Dylan Dog

E'  un anonimo giorno della settimana di un mese che piace a pochi,quella  che Lara ha in mano è una sigaretta ed è la terza della giornata che di norma dovrebbe essere l'ultima ma così non sarà,è mezz'ora che aspetta Michele ma non perché sia in ritardo, a lei piace arrivare in anticipo agli appuntamenti per vedere poi la gente venire,così può pensare cosa dire.

Michele e Lara,stanno per fare una cosa che non dovrebbero fare, è un appuntamento segreto e soprattutto loro lo sanno bene, non si sono fatti troppi scrupoli ma in una città così anonima dove non sono nessuno,forse il peccato non c'è,non vale.

In realtà sono sei mesi che si parlano ma soltanto via messaggi fugaci alle sei,sette e mezza di sera dopo una doccia oppure prima di andare a dormire. Finalmente Michele da Napoli è riuscito a raggiungerla,con il pretesto di un colloquio di lavoro,e lei lo attende.

Lara si distrae parecchio,immaginando il loro incontro e Michele arriva da dietro,le tocca il collo,il contrasto termico è immediato,il momento è catartico.

Lara aveva dimenticato quando fosse bello,non di quelle bellezze banali,ricercate.
Sembrava uno di quei tipi carini,che possono sembrare brutti a qualcuno ma proprio per questo sono irresistibili.
Non ho voglia di descrivere i dialoghi,i silenzi un po' imbarazzanti di chi ha già capito tutto il seguito della serata,di due persone che si conoscono bene soltanto dietro un PC ,ma che si piacciono da morire e si vede.

Stessi interessi,stessi colori,ma per qualche motivo non erano compatibili. Michele era la versione maschile di Lara, e non ci credeva per nulla alla stronzata che gli opposti si attraggono,anche se la sua ragazza era praticamente il suo opposto e lo era anche il ragazzo di Lara.

Tutta la sera,cercavano scuse per sfiorarsi, Michele assaggiò un paio di volte il cocktail annacquato di Lara, lei sorrideva e gli toccava il piede,facendo finta di non farlo apposta.
Parlarono di tutto ciò che si può parlare ad un primissimo appuntamento, dai film di Scorzese agli accordi di Cash,agli autori del novecento,parlarono perfino di abitudini sessuali e di cibo sopratutto perché nelle loro conversazioni serali erano gli argomenti principali.

Parlarono anche delle loro conversazioni al computer e anche di quanto fosse magico e strano il fatto che non riuscissero a staccarsi dal display,a quante volte volevano chiamarsi e non l'hanno fatto.
Lara era vestita in modo un po' provocante,le si vedevano le tette ma Michele si soffermò sui suoi occhi,e Lara ne fu un filino delusa dato che comunque l'intenzione principale era quello di scoparselo,perché molto spesso durante le ore notturne di insonnia,lo aveva immaginato in tutti i modi possibili e immaginabili,mentre Michele,quando guardava le sue foto su Facebook,continuava a guardarle gli occhi e null'altro.

Dopo aver bevuto una quantità smisurata di alcool,si fermarono in un giardinetto sotto casa di Lara,e iniziarono a parlare di fumetti.
"Ma ti va di salire,ho una collezione di fumetti di Dylan Dog,vorrei fartela vedere."
Effettivamente Michele fu spiazzato,davvero rifilare una scusa del genere,ubriaca poi mentre continua a fissarmi come se fossi una preda....

Michele strabuzzò gli occhi alla vista di tutti quei fumetti e libri,una quantità assurda,lei accese lo stereo mise un vinile degli Air.
Ora noi non vogliamo sapere veramente cosa succede vero?
Anche perché sarebbe decisamente banale descrivere una selvaggia scena di sesso, che 1- io non sono capace di descrivere 2- questo blog lo legge anche mia madre e sarebbe un tantino imbarazzante.
Così i due rimasero abbracciati un bel po' sul divano,parlando di tutto quello che non si erano mai detti,facendosi domande imbarazzanti e le risposte erano sempre quelle che volevano sentirsi dire.

Ad un certo punto Lara chiuse gli occhi,e Michele le diede un bacio sulla fronte.
Chiamò l'albergo inventandosi una scusa assurda e spostò Lara sul letto,come se fosse un gesto abituale le si accucciò vicino e si addormentò sentendole l'odore dietro la nuca.


Il mattino dopo fu il trambusto di una città già in movimento a svegliarli mentre loro rimanevano immobili,come due statue marmoree sul letto coperto da lenzuola nivee.
"Hai visto,io con le donne riesco anche a dormirci."
sussurrò Michele.
"Michele,non vorrei deluderti,stanotte io non ho fatto l'amore con te...perché mi piaci troppo altrimenti col cazzo che non avresti fatto l'amore con me."
Sorriso entrambi,i loro aliti non davano fastidio e allora nacque un bacio spontaneo,così come se fosse uno dei tanti sabati passati insieme,e verso le 11:00 fecero l'amore.

Michele fu soddisfatto di quell'amplesso anche se lo giudicò troppo breve,se possono essere considerati brevi 45 minuti, e Lara lo fu altrettanto,avendo Michele soddisfatto quasi pienamente le sue fantasie.


Verso l'una lo accompagnò alla stazione,gli toccò il viso e gli baciò l'angolo della bocca,poi si scambiarono un abbraccio lunghissimo,sapevano che non sarebbe stato né il primo né l'ultimo.
Incredibile come le stazioni possano essere anche dei luoghi non così tristi,pensava tra sé Michele mentre sentiva ancora per una volta l'odore di Lara.
Si scambiarono un lungo sguardo,e la distanza dal treno a dove era Lara sembrava lunghissima,contava passo dopo passo,come contava i giorni che dovevano passare per rivederla e giorni per dirlo alla sua ragazza.

Anni dopo,loro raccontano questa storia ad amici e parenti con area soddisfatta e sulla storia dei Dylan Dog,tutti ridono dicendo "Ma non era meglio una collezione di farfalle?".

Intanto i numeri dei Dylan Dog non sono aumentati,ma loro proprio quest'anno sono arrivati a quota tre figli.

venerdì 5 ottobre 2012

L'odore

Quando uscivo dal tuo portone,quasi sempre in lacrime e totalmente insoddisfatta di ciò che avevamo detto o fatto,avevo sempre il tuo odore addosso. L'odore che hai dopo che fai l'amore con una persona è diverso,ti rimane addosso per giorni ma lo senti solo tu,anche se cerchi in tutti i modi di raschiarlo via,se pensi che prima o poi se ne dovrà andare,hai paura che il tuo migliore amico,tua madre tua sorella possano sentirlo,in realtà lo senti solo tu gli altri non se ne accorgono,personalmente avevo sempre paura che magari lui abbracciandomi se ne accorgesse.Invece niente mi baciava e faceva una faccia felice,così avevo la conferma che non sentiva niente,forse il mio era un buon deterrente. Mi rendevo conto che però dopo una doccia nessuno avrebbe potuto lontanamente sentirlo,forse era nella mia testa,magari me lo immaginavo perché volevo che mi restasse qualcosa di quei lunghi pomeriggi tra una  sigaretta,amplessi e film dei fratelli Cohen. Uscivo da quel portone e quasi sempre beccavo qualcuno di faccia e quasi sempre la persona che mi stava davanti pensava "Poverina,chissà cosa le è successo."Perché piangevo e  mi si squagliava buona parte del mio trucco e sembrava fosse successa una tragedia.
In realtà non succedeva proprio niente,questo era il punto.
Se proprio lo vogliamo dire non mi piaceva nemmeno fare l'amore con te,eri troppo impulsivo,avevi una smania di dimostrare assurda e non sapevi viverti quelle ore,mi dicevi sempre "Fai presto,non ti spogliare."ma io credevo che non ci fosse qualcosa di così poco intimo che non spogliarsi nemmeno in quei momenti, e già lì partivamo male.Quando avevamo finito ti alzavi andavi in bagno e ci mettevi un po' a pisciare,tornavi e non mi guardavi,accendevi la tivù mettevi un film,quasi sempre uno dei fratelli Cohen o Tarantino, oppure suonavi un po' il basso e finiva lì.
Non c'era contatto,non c'era amore,mentre io ti amavo tantissimo,magari se tu mi avessi amato almeno un po' sarei riuscita a dimenticarti più facilmente.
Una volta ho provato a dirti "Ma perché non mi abbracci?",tu mi hai risposto in malo modo dicendo che non ero pienamente tua,perché trattarmi come la tua ragazza... Avevi ragione forse.
Forse in realtà eri incazzato e non me lo hai mai voluto dire,io avrei voluto dirti che non mi serviva per niente fare sesso,ma mi bastava soltanto starti accanto dopo,in quelle ore mi bastava solo osservarti e ovviamente annusare il tuo cuscino dove per l'appunto rimaneva il tuo odore.
L'odore della persona che ami è ciò che più ti rimane impresso è l'unica cosa che forse ti ricordi bene,purtroppo soltanto quando poi lo risenti.
Non mi ricordo più bene la tua faccia ma so benissimo che se sentissi quell'odore saprei riconoscerlo ovunque,tutto ciò per dirti che si mi manca il tuo odore.