mercoledì 12 dicembre 2012

Non può lasciarmi due giorni prima di Natale

La prima cosa che penso la mattina,appena suona la sveglia è che il suo suono mi sembra qualcos'altro.
Come se fosse un suono delle campane, la suoneria di un telefono, il miagolio di un gatto.

La prima cosa che faccio è toccarmi il cazzo,me lo sistemo in modo che non mi dia fastidio.

La seconda cosa che sto pensando adesso è perché ho messo la sveglia così presto,e sprofondo la testa nel cuscino.

Fa un freddo odioso, non ho niente da mettere sopra,il pavimento è freddo, le ciabatte sono fredde e mi sembra che qualunque cosa che faccia non riesca mai a scaldarmi abbastanza.
Accendo la moka perché adoro l'odore del caffè, vado in bagno,forse c'è lei, cazzo devo pisciare non me ne importa entro.

Non c'è nessuno.
Ok mi metto seduto lo ammetto, la mattina non mi va di pisciare in piedi,non ho sempre una buona mira.

Chissà Rosa dov'è, oggi devo fare una cosa importante, devo lasciare la mia ragazza.
Sono tre anni che conviviamo, i miei amici mi avevano avvertito "Oh,guarda che il terzo anno non reggi eh,finirete per odiarvi". Io ridevo, poveri scemi,  ma chi lascerebbe mai una grafica pubblicitaria di trent'anni, due tette enormi, occhi chiari, un fisico armonioso con una passione per la letteratura francese che fuma david off e ascolta Miles Davis.

Adesso non rido più tanto, perché le tette le sono scese un po', gli occhi sono sempre quelli ma un po' spenti, il naso è obiettivamente storto, ed è ingrassata terribilmente. Sì, ma perché mi sto focalizzando su tutti  i suoi difetti? So perfettamente che io adesso sto avendo "la fase in cui non te ne frega più un cazzo,ti da fastidio qualsiasi cosa lei faccia anche solo il fatto che lei ti tocchi, e non pensiamoci neanche a farci l'amore Diomenescampi".
Così la chiamo, mi succede sempre o almeno, così è successo con le altre tre relazioni.
Sono sempre io a lasciarle,perché non riesco più a sopportare niente, finisco per odiarle, per provare compassione, non riesco più ad averci rapporti sessuali i gesti iniziano ad inciamparci addosso, diventiamo goffi, diventiamo ciò che non vogliamo ecco e vogliamo ritornare come eravamo prima.

Con Laura è stata dura è stata due settimane senza alzarsi dal letto,io non sono andato neanche una volta a trovarla.
Mi ero innamorata di Rosa, quanto era arrapante, voi non potete capire.
Ci siamo baciati,l'ho tradita,l'ho lasciata la dinamica è stata veloce.
Rosa, come te lo dico? Intanto scarico...

Se le lasciassi un biglietto? No, sono un genio, un fottuto genio, adesso le lascio un biglietto, prima di uscire per il lavoro, così poi lei quando tornerà in casa lo vedrà e so come è fatta.
Prenderà le valige se ne andrà e tipo mi chiamerà per dirmi vaffanculo perché lei una tosta.

Il caffè esce dalla moka, Pietro prende una penna dal suo astuccio che ogni tanto porta a lavoro,perché ci è affezionato, prende un pennarello al posto della penna perché avrebbe voluto scrivere soltanto poche righe è uno di poche parole...

Quando arriva al tavolo della cucina però vede che sullo spigolo vicino alla panca c'è un biglietto,con un fiore vicino,perché Rosa è una ragazza attenta ai dettagli e soprattutto non è una di poche parole.

"Pietro, devo partire. Sai quando devi fare una cosa per forza? Quando ti senti che non si può più andare avanti? Quando i gesti ci inciampano addosso, e non riesci più neanche a toccare l'altro né tanto meno a farci l'amore? Ho bisogno di stare sola, di andare altrove e uscire da questa sottospecie di gabbia d'oro che ci siamo costruiti anno per anno, non te lo dico dove vado né quando torno, perché non ne ho idea.
Pensa tu quello che vuoi, ti lascio le chiavi sotto lo zerbino.
Non più tua
Rosa."

é uno scherzo vero? Tu, dimmi che sei una tipa che fa gli scherzi, però io non credo che due giorni prima di Natale, tu possa avere il coraggio di fare scherzi, dopo che abbiamo addobbato da poco l'albero insieme, con tutto quello che c'è da fare, andare a sciare, parlare con i genitori, cene feste.... E adesso il regalo non posso più dartelo?

Cioè tu, Rosa non puoi lasciarmi due giorni prima di Natale.

Il cellulare è spento,cosa dico a me stesso? Agli altri?

Cos'è sta cosa che mi sta scendendo sulla guancia,perché ho improvvisamente caldo?

Adesso esco,corro,vado a fare una passeggiata non vado a lavoro oggi.

Esco a fare due passi, tanto per le due sarai tornata.

La moka scoppia.

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