sabato 9 marzo 2013

Maria


Tutte le volte che mi hai guardato negli occhi,sapevi che io mentivo.

Ma tu facevi finta di niente,mi preparavi la colazione:"Allora, i cereali integrali,la marmellata buona di ciliegie e il toast."Mi sorridevi con un'aria complice,invece quando eri arrabbiata me la preparavi lo stesso,magari senza dirmi buon giorno, ma la colazione la trovavo sempre lì.

Tutte le volte che sono tornata da scuola e nascondevo un dolore,sapevi guardarmi gli occhi,all'ombra del mio sorriso tu chiedevi "Tesoro cos'hai?"e d'un tratto scoppiavamo a piangere entrambe davanti al telegiornale,alle zuppe di farro e ai panini del forno.

Pranzavamo spesso da sole e io a volte appena finita la frutta correvo in camera,perchè non avevo voglia di parlarti,tu non mi hai mai detto niente,ti alzavi sparecchiavi e mi portavi il caffè.

Ci abbracciavamo nel silenzio pomeridiano,quando mi sentivo demotivata e sola,il tuo modo di abbracciare era perfetto e tu combaciavi perfettamente con me.

La domenica mattina,ti portavo il caffè ed odoravo di nascosto il tuo cuscino,perchè il tuo odore mi è sembrato sempre il più buono ma non te l'ho mai detto.

Mentre tu facevi la cucina io studiavo,ogni tanto per non studiare più ti chiedevo qualcosa e finivamo inevitabilmente per parlarne per un'ora e io finivo inevitabilmente per non studiare.

Abbiamo litigato davanti chissà quanti piatti di pasta,di ogni tipo,abbiamo rotto qualche bicchiere e fatto scendere la vicina per chiedere se fosse tutto apposto,e noi ci asciugavamo le lacrime.

La notte tornando ti trovavo ancora sul divano,nonostante fossero le tre di notte mi hai sempre aspettata.

Qualche volta mi hai dato uno schiaffo ed io ti ho risposto con un altro.
Ti avevo fatto più male io,però con la tua energia e la tua tenacia mi avevi fatto credere che avevi vinto tu.

Ti ho sempre mentito e tu mi hai sempre detto invece la verità.

La classica frase era "Te la dico perchè è la verità,non per ferirti."

Ad ogni mio fidanzato dicevi che non ti convinceva e poi mi dicevi dopo qualche mese che alla fine stavamo bene assieme.
Ti ho anche detto che ti odiavo,quando tu mi stavi accanto e mi dicevi che mi amavi più di qualunque altra cosa.
Adesso siamo lontane ,la sera mi telefoni,ti rispondo parliamo del più e del meno per dieci minuti,qualche volta mi arrabbio e tu ascolti senza un piatto davanti.

La frase che dici più spesso è tu sei forte.

" Prendo il primo aereo e vengo."

La lontananza ci ha legato ancora di più di quanto lo fossimo prima.

Dopo un po' ho capito. Essere mia madre non è facile, non è facile esserlo in generale.

Penso a quando volevo evitarti,quando eri l'ultima delle persone che volevo vedere.
Me ne pento da morire adesso che ti sono lontana.

"Non vorrei mai cadere nel banale con te,vorrei che tu fossi felice come lo sono io quando vedo che tu sei felice,ma non come lo dici e fingi,quando lo sei veramente."

Sappiamo mentire bene tutte e due.

Spesso prima di andare a dormire prendo la nostra foto,quella che ci ha scattato papà a Gardaland quando avevo otto anni.

Nella foto io ho le trecce,un pantaloncino celeste,tu hai un vestito largo blu a fiori.La giostra gira e noi siamo state catturate in quel movimento,tutto attorno è sfocato ma si vedono bene i volti,papà è riuscito a metterli a fuoco.

Tu hai paura delle giostre allora io ti tengo la mano.
Insieme ridiamo e ci guardiamo negli occhi il tuo è un riso che scaturisce dal timore dall'incertezza.

Ma non importa,non chiedi di scendere perché io ti tengo la mano.
Sono passati dodici anni da quella foto.

Mi guardi ancora con quello stesso riso e io inevitabilmente non posso fare altro che stringerti la mano e sorriderti mentre ti guardo negli occhi.

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