domenica 10 luglio 2016

Vorrei avere un balcone che affacciasse sul tuo


Smettiamola di incontrarci per caso e diamoci un appuntamento, anzi più di uno, anzi, facciamo un'altra cosa, spostiamo direttamente il balcone della mia casa dove c'è la tua, perché i balconi sono i nostri luoghi preferiti, dove abbiamo lasciato le nostre prime briciole dei biscotti che mangiavamo
Quando ci baciavamo distratti, ne lasciavamo cadere tantissime e più ne vedevamo cadere più ci baciavamo.
Un po' lo facevamo apposta, che tanto su quel pavimento non si vedeva nulla, il vento le avrebbe portate via.
Chissà qualcuno con quelle nostre briciole avrà impastato un biscotto, magari è proprio alla ricerca di noi due en on ci trova insieme, vuole conoscere quegli ingredienti speciali: non aveva mai assaggiato una cosa così buona.

Spostiamo tutti i balconi, le case, i portoni di Milano, Porta Genova la mettiamo adiacente al Parco Sempione, decidi tu come metterli questi balconi se uno accanto all'altro o frontali o a rovescio.
A me davvero, importa solamente che affacci sul tuo.




Per salutarti la mattina mentre io prendo il caffè e tu finisci di prendere la tua spremuta d'arancia e scappi senza fare colazione, io ti urlerei dal balcone " La colaaaazioneee".



Per affacciarmi a fumare di nascosto mentre tu leggi con i piedi sulla ringhiera, ti dondoli, io ho paura che cadi ma tu non cadi mai, non preoccuparti non ti ciccherò in testa.
Mi raccomando, non trascuriamo in questo spostamento i punti cardinali. 
La luce del sole deve illuminare di un certo grado il tuo tavolino così che quando scrivi a computer faccia risaltare i tuoi riflessi castano chiaro in quel moro, che nessuno  mai vede. 

Dovrebbe riflettere sul  bianco avorio dei miei cicchetti di latte d'avena  e poi le bottiglie verdi, delle tue  birre fresche alle sette di sera d'estate.
Poi se vuoi, con una certa regolarità possiamo scambiarci anche di posto se ti annoi, io vengo da te tu vieni da me, oppure ti passo a prendere io che mi piace passarti a prendere che poi alla fine non usciamo più e ci perdiamo a parlare e facciamo di nuovo le briciole.

Forse dalla cima delle scale avremo la forza di spostare ogni luogo, e accontenteremo tutti quelli che vogliono un balcone che affacci sulla casa delle persone che vogliono vedere sempre.
A questo punto, direi che potremmo anche sbilanciarci e creare nuovi posti ma 
 non ci accontenteremo di creare soltanto città oppure paesaggi  ma inventeremo un nuovo pianeta su misura nostra, in moto perpetuo, in moto non tanto su se stesso quanto dentro di esso.
Un pianeta con l'accesso ad internet illimitato, dove c'è tantissima acqua, dove quasi fossimo sommersi, con scogliere a strapiombo.
Come forme di comunicazione, potremmo fare come i pesci, che parlano aprendo la bocca senza emettere nessun suono e non chiudendo mai gli occhi.
E non avrò più bisogno di inventare queste storie per parlarti.

Non ti preoccupare per l'orientamento, non ci perderemo anche se tu salti nello strapiombo a destra e io in quello a sinistra perché la forza magnetica ci fa saltare nel punto dove sono i nostri due balconi.

Se vuoi ci diamo appuntamento:


Domani in via degli abissi, casa delle stelle marine, numero quindici  delfini. Non puoi sbagliarti, partiamo stanotte stesso,  una sconosciuta  a Milano, verrà prima di andarsene definitivamente a bussarti alla porta, è ancora alla ricerca di quegli ingredienti speciali, quelli del biscotto che ha fatto grazie alle nostre briciole.

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