lunedì 16 gennaio 2017

Poesia per te che esci presto di casa la mattina

Ho voglia di vederti:

un sabato mattina di gennaio mentre esci dal portone coprendoti con la sciarpa di tua madre. 
Ho voglia di vederti sorridere e piena di stupore, mentre camminando ti si impiglia per caso una foglia morta caduta da un frassino centenario. Vorrei poi seguirti di nascosto per vedere come ti muovi tra i banchi del mercato:
sembri una ballerina di carillon, sei agile e attenta tra  le bigotterie, stoffe e alimentari, e tra il banco della frutta e dei tappeti mi piacerebbe  incontrarti distrattamente, sfiorarti.

Eccoti, ti affacci in quel banco per prendere una mela e i proprietari colpiscono col bastone i teli per far crollare l'acqua, a quel punto ti gireresti e vedrei i tuoi capelli  coperti  di cristalli di rugiada, mi sembreresti una madonna contemporanea e ti comprerei ogni cosa che mi fa venire in mentre te.

Andremmo in un bar, per farti asciugare, e ti offrirei un tè,un caffè, e poi un pasticcino,  che sogno sarebbe contemplarti,mentre mangi e sorridi, e ti sporchi la bocca di zucchero a velo, sei una ragazza imbranata e questo lo sai quanto mi piace. Con l’ultimo morso, a quel punto  mi piacerebbe baciarti, ma solo per indicarti con la bocca il punto esatto in cui pulirti.

Ti porterei in un posto che io solo conosco e ti guarderei fin quando il giorno non sia spento, il buio metterebbe a fuoco il cielo,  e come in un cinema, attenderemmo l’oscurità affinché nell’oscurità qualcosa si crei e accada e alla luce dell'abat jour , non mi stancherei mai di studiare le piccole orme sul tuo viso con le dita e le pupille, mentre ti son dentro, giocando  coi tuoi primi ansimi.

Basterebbe soltanto il silenzio per parlarci, tanto già le conosciamo io e te, le grammatiche elementari dell'amore.

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