mercoledì 1 novembre 2017

Un uomo ed una donna si incontrano ogni sera e non si salutano mai

Da molte sere mi capita di assistere a questa scena:


un signore zoppo, anziano che fuma fuori al mio palazzo, incontra sempre una donna molto taciturna, riservata e magra che cerca di aprire il portone con la chiave sbagliata.

Il signore e la signora vivono in decorosa solitudine nello stesso palazzo in cui vivo anche io.

La casa della signora pecca per eccesso di ordine, la casa del signore per difetto. 

Si incontrano ogni sera mentre lui fuma, un incontro rapido e casuale ma non si salutano mai.

Ciascuno dei due ha pensato in viario modo alla presenza dell'altro nella reciproca vita, ma senza fantasticare; non fraintendete, non è così facile poichè nessuno dei due ha mai pensato che la conoscenza tanto casuale potrebbe diventare un dialogo più specifico tra i due; essi infatti non desiderano conoscersi né parlarsi davvero. 


Tuttavia il problema che ciascuno dei due pone all'altro non cessa di turbare in modo trascurabile ma costante, le loro vite.


Avete presente quando conoscete qualcuno, iniziate a frequentarlo, poi ad un certo punto decidete di comune accordo di non vedervi più  e dopo qualche mese le vostre vite continuano a scorrere come quella persona non fosse mai entrata nella vostra vita?


Loro avevano esattamente questa percezione, ad ogni loro incontro fugace. 

Ciascuno dei due pertanto, ha tentato di capire che cosa mai sia accaduto, come sia cominciata quella astratta frequentazione e che mai significhi, quella sensazione ad ogni incontro furtivo.


La signora ha pensato che ad ogni visione della sua sagoma avesse un'allucinazione, soffermandosi attentamente, in silenzio, ella in quelle volte riconosceva in ogni suo gesto: nella camminata nervosa e claudicante, nel movimento delle mani, per fino in una certa giacca, tracce di persone scomparse da tempo nella sua vita e irrecuperabili e care.

Quell'uomo è un luogo di incontro di tutte le persone che hanno fatto parte della sua vita. 

L'anziano zoppo, ha cercato di cambiare gli orari, itinerari, le abitudini per non incontrare più la signora taciturna, ciò allo scopo di interpretarne la presenza nella sua vita.


Ma gli sembra di soffrire ogni giorno in più che passa e non la vede, adesso che non può più guardarla, gli pare di aver capito di essere legato a quella signora da un legame minimo invisibile, qualcosa che collega i luoghi più appartati ed ignoranti della sua esistenza;

ella infatti rappresenta tutte le donne che non ha mai conosciuto, ma che avrebbe voluto incontrare, frequentare ed amare. 


Quel legame non è amore, ma qualcosa che sta tra la vergogna e la consapevolezza di qualcosa di perso e di mai più ritrovato.

Entrambi riconoscono quel legame e quel sentimento ad ogni incontro, lei lo chiama rimorso lui rimpianto. 

Ogni loro scambio di sguardi causale sarà sempre un incontro con il loro passato, fino a che non riusciranno un giorno a dimenticare tutto e finalmente a salutarsi. 


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