lunedì 17 ottobre 2016

Tutto su mia madre

Vorrei tornare nella tua casa,
sentire le gambe stanche di mare, tu che corri in cucina a preparare di fretta ed io che ti aiuto a mettere a posto la spesa.


Vorrei vederti addormentare sul divano, così sfinita di parole, dei pensieri del domani, con la tua pelle di carta, con le tue ciglia che si muovono lentamente come le piume, delicate.

La mattina vorrei svegliarmi col suono dei tuoi passi in corridoio, con la macchinetta del caffè che prepari e mi piacerebbe sentire la tua risata al telefono, un po' ovattata perché fai piano, per non svegliarmi.

Vorrei poi ascoltare qualche tuo rimpianto, qualche tua piccola memoria, che si confonde coi rumori delle stoviglie, che mi racconti di qualche cosa persa e poi trovata tra  un primo e un contorno per poi finire con il dolce a spizzicarci nei reciproci piatti.


E non me ne importa nulla di quel che accade nel mondo, di Milano, della sua frenesia, perché la quiete la trovo in un'intimità di una stanza, tra le parole che ci diciamo, tra quelle non dette e quelle che poi ci diremo con il silenzio.



So che in ogni viaggio, c'è sempre il nostro ritorno e siamo io e te, con la sabbia tra  le dita dei piedi,  perché siamo due bambine entrambe, ed ogni anno ci proviamo inutilmente, a trattenere quella nostra ultima estate.

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