sabato 19 gennaio 2013

Domenica saremo insieme

Mi hanno detto che sono usciti i risultati dell'esame.

Ho paura di andare a vedere, come sempre, eppure so che prima o poi quel cellulare squillerà e sarà qualche mio amico a dirmi il risultato ed io non saprò sopportarlo.

Metto la password, Esiti del 13 Gennaio PDF:

Matteo Bardi            INSUF

Certo che si sono sprecati, potevano scrivere non idoneo, insufficiente, EMERITOIDIOTA.

Sono stato bocciato, mi mancano due esami alla triennale, ho 24 anni.

Accendo una sigaretta che nei momenti di dispiacere ha sempre un sapore più amaro del solito, il fumo mi entra nei polmoni, lo sento e cerco di trattenerlo ancora un po' perché mi voglio fare male.

"Oh, Mattè stasera andiamo al Woods, che vuoi fa, vieni? Ci stanno le straniere, una te la porti a casa di sicuro, stanno sempre come le pazze quando vanno là."

Questo qui è il mio coinquilino, io lo odio.
"Mi hanno bocciato a statistica, mi sa che io non ci vengo al Woods stasera, non ho niente contro le straniere ma devo riuscire a chiedere a Camilla se vuole uscire."
"Ah e ti pareva oh, può essere che per il duemilacredici te lo prendi st'esame."


Intanto la neve iniziava a venire giù, Matteo è sul letto, vuole leggere perché non può pensare che adesso dovrà di nuovo rifare l'esame, legge due fumetti, si mette a pancia sotto, vede su facebook se Camilla ha scritto qualcosa oggi.

(Lui è un ragazzo molto profondo, per fortuna nessuno se ne rende conto e lascia credere tutti che sia un superficiale studente di economia fuori corso per giunta.)

"Sono innamorato di Camilla."
Sospiro...

Il problema è che la trovo meravigliosa, se ci uscissi andrei completamente in panico, non saprei cosa dire, di cosa parlarle, eppure è una tipa così interessante.

La storia è un po' complicata, perché Camilla l'ho conosciuta per caso, ma mi è subito piaciuta, si aggirava per l'università in preda ad una crisi di panico si è versata un'intera bottiglietta di acqua in testa, si è seduta e poi dopo un po' è andata in bagno a vomitare.

Io conosco lei, ma lei non conosce me più precisamente parlando.

Ha i capelli neri, occhi altrettanto neri è alta quasi quanto me, si veste troppo bene, ha una vasta platea di corteggiatori, è figa insomma e io non posso fare niente né voglio farmi notare da lei.

Così vado al Woods, senza che abbia chiesto a Camilla di uscire, perché non volevo avere due risposte
con un INSUFF in una sola giornata.

Sei insufficientemente bello, sei insufficientemente ricco, sei insufficiente, Matteo in tutto e per tutto.

In realtà mi sono fatto sempre dei complessi di inferiorità pazzeschi sugli altri, anche essendo un discreto ragazzo, moro, occhi chiari alto 1,77 peso nella media.
A me le ragazze mi vogliono sempre fare eh, non mi lamento.

Eppure mi ha pure aggiunto su facebook,ho chiesto ai miei compagni di corso, ma secondo voi se una ti aggiunge su facebook, ce lo vuole?
Perché io di ste cose non sono pratico.

Ma quelli so invidiosi e mi hanno risposto non per forza.

Ma forse è vero, parliamo sempre di cinema, musica e arte e cazzi vari, però tipo non mi ha mai messo mi piace.

"Eh, allora se non ti ha messo manco un mi piace non ci sta, no."

Ma che cazzo ne sai tu che sei un cesso cerebrolese?

Lei non mi hai mai visto da vicino, io l'ho vista in continuazione, mentre studiava in biblioteca, mentre camminava per strada oppure in qualche bar vicino l'università.
Di lei noto sempre ogni particolare del suo viso che sprigiona una grazia unica, e le sue dita affusolate mentre attorciglia i capelli e guarda attenta i libro, oppure mentre ride e beve il the.

L'ho sempre soltanto veduta nei suoi istanti più belli, non ho mai voluto fare parte della sua vita, né penso ne farò mai parte.

Infondo è bello così, non complichiamo le cose.

Entro al Woods,prendo una Belga media, almeno una birra decente, gli altri iniziano a parlare di stronzate disumane allora gioco in un angolino a Ruzzle.

Mi sento toccare una spalla mentre sto facendo l'ultima parola, dopo che ci sono tre secondi alla fine, alzo gli occhi distrattamente, li riabbasso, li rialzo...
"Matteo, sei tu?"
...
HAI PERSO  1200  / 1740

"Camilla Borzotti?"

No, vabbè ma che espressione ho in questo momento, perché sta guardando lo schermo del mio telefonino? Perché sorride come per dire, ma tu guarda sto scemo che gioca a Ruzzle la domenica sera...

"Ciao, ti ho visto da lontano, e ti ho riconosciuto, sei identico in foto."

Si beh, io non riesco a parlare ma so che se non dirò neanche una parola, nella sua memoria rimarrò impresso come quello che non ha parlato quel sabato sera al Woods o peggio ancora come lo scemo che gioca a Ruzzle in disparte mentre gli altri parlano di calcio, quindi.
Questo è il momento della mia confessione, allora prendo fiato e...

"Si, lo penso anche io Camilla, che tu sia identica a come sia in foto...
 No non è vero ti sto dicendo una cazzata, adesso che ti vedo meglio il tuo viso è molto più luminoso, ed hai un espressione che trasuda serenità e bellezza allo stato puro, gli altri non potranno mai capirlo e devo dire da una parte mi fa piacere perché mi sento un po' come quando entri in un museo, e la gente idiota dice, che bel quadro, bello.. bello e lo vedono un minuto e se ne vanno e non rimane niente loro, che un'immagine come le altre, invece io ti guardo per ore, come se avessi visto un qualcosa di unico ed irripetibile, e non passo e vedo ma ti guardo, e osservo ogni minimo particolare, perché ogni piccolo dettaglio del tuo viso, anche un'imperfezione equivale ad una ditata di un dipinto di Van Gogh, ogni minimo tuo passo è come una foglia che danza nel vento, ignara del tempo che passa, ogni tuo sorriso è una fresca ventata nel caldo pomeriggio d'estate, tu sei bellissima Camilla, nel più puro significato che la bellezza può assumere."

Potete capire adesso, che io ero alla terza pinta di birra, completamente ubriaco, mi ero sputtanato alla grande e non me ne importava, ero felice perché avevo detto la verità.

Camilla arrossì, ritornò al tavolo e tutta la serata la passò a testa bassa, sorseggiando un sidro alla mela e guardandosi le unghie.

Era bella anche mentre si guardava le unghie, ecco.

Dopo un po' decisi di uscire, un altra sigaretta.

Stava ancora nevicando, la gente camminava a fatica sui marciapiedi ghiacciati, alcuni si tiravano le palle di neve, un gatto cercava di prendere i fiocchi, deluso perché vedeva che al contatto con la zampa, i piccoli fiocchi si scioglievano.

Un po' mi stavo sciogliendo anche io, perché ero entrato finalmente in contatto con lei, e non era andata bene.
Una parte di me invece si convinceva che aveva fatto la cosa giusta, che aveva avuto le palle di dire la verità.

"Matteo, posso parlarti?"
Una voce efebica, calda e delicata aveva interrotto il flusso dei miei pensieri, la sua.

Mi prese per mano, entrammo in un posto scuro, con tanta gente, gettammo le giacche su di un divanetto e ballammo, era lei che mi teneva stretto, in quell'attimo che sapevo che sarebbe durato soltanto il tempo di una sera.

Sentivo il suo odore, il contatto delle mani e delle dita affusolate, il respiro e vidi gli occhi un po' orientali che mi stavano descrivendo le emozioni che provava ballando con me.

Tornammo a casa tardi,sfiniti dalla danza e dal freddo, eravamo completamente ubriachi, almeno io lei non so.

Mi fece vedere la sua stanza, piena di poster di Film, uno della Scala stagione 2012, una foto con lei e i modelli di Abercrombie, tante altre foto con amiche e una stampa di una frase.

"Domenica saremo insieme, cinque, sei ore, troppo poco per parlare, abbastanza per tacere, per tenerci per mano, per guardarci negli occhi." Kafka.

Le presi le mani e le baciai, poi lei si addormentò.
Le guardai le scapole tutta la notte, e il modo in cui si inumidiva le labbra durante il sonno, dall'espressione provai a capire cosa stesse sognando, immaginai che sognasse il mare.

Era mattina e decisi di andarmene.
Questa domenica rimarrà per sempre nella mia memoria pensai.
Non c'è stato tempo di parlare di nulla di tutto ciò di cui parlavamo, hanno parlato i nostri corpi.
La guardai ancora, tra le nivee lenzuola che si alzavano e si abbassavano al ritmo del suo respiro.
Le scrivo un biglietto:
"Un'opera d'arte è bella Camilla, si è bella proprio perché è lì, ferma, immobile non si può possederla né si ha la volontà di farlo, non ci si può fare l'amore né tanto meno andarci al cinema o in discoteca.

Tu per me resterai sempre qualcosa di intangibile, il mio amore per te resterà sempre un amore platonico che gli altri non potranno cogliere, eppure  io ho fiducia in te e so che saprai che questa non è una lettera di uno stronzo che se ne sta andando perché si è accorto che stava facendo una cazzata e che tu non mi piaci veramente ma non riesco proprio a pensare come io possa amarti in modo diverso se non in questo, così puro e genuino, come si ama un qualcosa solo per l'amore fine a sé stesso e non ci si aspetta che 'altro faccia nulla, io ti amo per amarti e basta, forse ti amo come un'artista ama il suo quadro, è tutto."
ps: Mangi anche tu le gocciole, sarebbe stato un altro motivo per continuare a dire quanto tu sia perfetta.

La baciai sulla fronte, e le dissi Addio, lei non si svegliò ma fece un sorriso e si voltò dall'altra parte.

Qualche giorno dopo la incontrai all'università, lei sorrideva, io anche ma non ci parlammo, non si può dire che non ci parlammo e basta, ma qualunque cosa io scrivi qui non renderebbe lo scambio di parole silenziose che c'è stato in quel momento, e poi le parole hanno sempre un silenzio in cui si sono spiegate un attimo prima di essere dette.

Era stato bello condividere un attimo di infinito tra le sue braccia, lei dormì tutto il tempo quella mattina, io non potetti perché il cuore mi batteva troppo forte.



1 commento:

  1. Questo racconto(ben fatto e scorrevole, sono riuscito a figurarmi bene i momenti più importanti come se li vivessi) mi ha ricordato una poesia di John Keats che mi piace molto, Ode on a Grecian Urn. L'autore descrive le scene e i personaggi raffigurati su un vaso greco, e tra questi ci sono un ragazzo che rincorre la sua amata; poiché è solo un disegno su un vaso, non la farà mai sua, ma il suo sentimento non svanirà mai, come dicono i versi:
    "Audace amante, mai, tu non puoi mai baciare
    Sebbene tu abbia quasi raggiunto la meta, non affliggerti,
    Ella non può sbiadire, sebbene tu non abbia la tua felicità;
    Per sempre l'amerai, ed ella sarà bella!
    (...)
    Più felice amore! Più felice, più felice amore!
    Per sempre appassionato, e ancora da essere consumato,
    Per sempre anelante, e per sempre giovane;
    Molto al di sopra di ogni palpitante passione umana,
    Questa lascia un cuore molto addolorato e sazio,
    Una fronte ardente, e una lingua secca."

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